Agopuntura e Omotossicologia: Capitolo 6 pag. 170 agopuntori

Agopuntura e Omotossicologia:  Capitolo 6 pag. 170 agopuntori

agopuntori

Secondo Weihe i rimedi omeopatici, possiedono  una corrispondenza ad un agopunto elettivo. Quest’ultimo esprime un duplice ruolo, come molti altri punti di agopuntura. Inizialmente è un indicatore diagnostico, per il medico, successivamente  rappresenterà l’ ingresso per la terapia.

Infatti completata la fase diagnostica, il rimedio viene iniettato sull’ agopunto, implementando in modo significativo la risposta terapeutica rispetto alla semplice somministrazione orale.

La locodolenzia di un zona della cute, non appartenente al sistema dei Meridiani,    viene denominata in cinese ASHI. Ogni punto locodolente è  considerato dalla MTC un ingresso possibile per il trattamento con ago, moxa  o digitopressione. L’agopunto dolente sul sistema dei Meridiani, assume invece un ruolo maggiormente significativo, fornendo informazioni diagnostiche riguardo al Meridiano e alla l’Orbita Funzionale connessa.

In Agopuntura, esiste una categoria di agopunti esaltanti questa funzione diagnostica, allocati sulla  parte anteriore del torace e dell’addome. Weihe, evidenzia in questa zona, correlazioni con suddetta categoria di agopunti.  Questi agopunti sono i Foramina Conquisitoria Abdominalia, denominati anche  agopunti Mo addominali o Mo d’allarme. La palpazione dei Conquisitoria Abdominalia, alla ricerca di locodolenzia, è parte integrante della visita di ogni agopuntore. La locodolenzia di un agopunto, sulla parte anteriore del corpo, riguarda una zone qualificata struttiva. Coerentemente la locodolenzia di un Conquisitorium  indica un impegno struttivo a livello di Orbita Funzionale.

Esaminando uno ad uno, i punti indicati da Weihe  e sistematizzati dal Prof. Milani, appare evidente una certa  conoscenza dell’agopuntura e la ricostruzione dei rapporti cute –organo,  tipici in MTC. Dunque il lavoro di  Weihe, è testimonianza di un rapporto storico tra omeopatica e agopuntura, nonché  un riferimento prezioso per la  compilazione del COE.

Pur non potendo fornire prove storiche, riguardo la confluenza di informazioni dalla MTC all’Omeopatia, è  comunque ragionevole immaginare, un passaggio di dati conoscitivi. L’evoluzione auspicabile di questa relazione, è la codifica di un unico metodo di lavoro che consenta al medico di valutare gli strumenti dell’Omeopatia e della MTC, in modo congiunto.

La base di questo lavoro congiunto, è costituita dal COE, Codice Omeopatico Energetico. L’ obiettivo del COE, è  definire un linguaggio comune tramite un codice  di riferimento, per varie  professionalità, arrivando ad essere uno strumento applicativo  e sviluppato, sia da agopuntori, sia da omeopati. In futuro, sarebbe anche auspicabile  l’insegnamento congiunto di queste due Medicine Non Convezionali, durante il percorso formativo professionale.